lunedì 11 dicembre 2017

I Mercenari della Censura

Facebook è tutto il contrario della libertà nata con Internet, quella auspicata dai veri internauti.
Facebook sta a Internet come le PMC stanno agli eserciti regolari.
E mi spiego.


Nell'Occidente apparentemente libero e degli Stati di Diritto, dopo che la Carta delle Nazioni Unite ha definito la guerra "un crimine" (ed anche un trattato firmato dopo la fine della 2 GM se ricordo bene... ) le nazioni della Terra hanno cercato sempre di non arrivare a conflitti veri e propri e di non farsi coinvolgere se non in guerre limitate, mascherate in varia maniera.
In Vietnam, ad esempio, gli USA intervennero come consulenti dell'ARVN, l'esercito del Sud. Con regole di ingaggio assurde, almeno all'inizio.

Il fatto è che i governi occidentali sono trattenuti dall'esercitare la forza militare dalle rispettive opinioni pubbliche.
Uno dei tanti turning poing, inoltre, è l'episodio conosciuto come "La Battaglia di Mogadiscio" accaduto nell'ottobre del 1993. dove le milizie di Aidid, signore della guerra Somalo, si scontrarono con le truppe d'elite americane. Da quella volta, e come conseguenza anche della gestione ONU sia in Somalia che successivamente nei Balcani, truppe USA non furono più date in prestito alle Nazioni Unite nel ruolo di Caschi Blu.
Con il conflitto del 2003, l'invasione dell'Iraq, esaurita la missione iniziale furono impiegate in maniera sempre più massiccia le PMC: private military contractor.
Soggetti privati abilitati a fare la guerra. Mercenari. Ovviamente, come capitato in passato con milizie stile colonnello Mike Hoare (le cui redini erano in mano al Belgio post coloniale) le PMC potevano fare tutto quello che i governi non potevano.
Una PMC non risponde alle convenzioni di Ginevra. E se pure le infrange in qualche modo, sono i capi dell'organizzazione privata che pagano per i crimini commessi, senza coinvolgere i governi che hanno dato l'incarico.

Ecco il concetto base: i governi si possono permettere di compiere azioni, delegandole a soggetti privati, che normalmente se fatte direttamente da loro farebbero gridare allo scandalo le loro opinioni pubbliche.

Tenetelo bene a mente.

Ho già parlato in una mia nota precedente di come agisca Facebook come soggetto privato e di come non sia tenuto a rispettare i diritti costituzionali di un cittadino, sempre che non commetta reati.
Ebbene, la diffusione e la potenza di Facebook, e la tendenza in alcuni momenti ad accentuare la censura su determinati argomenti (v. Marine Le Pen ed i suoi post su FB censurati con pretesti clamorosamente FALSI proprio in prossimità delle elezioni presidenziali francesi...) mi fa pensare che in realtà la piattaforma di Zuckenberg sia l’equivalente delle PMC nel campo della comunicazione e dell’informazione su Internet.
Il tempo dei blog è passato. Facebook si è proposto come informazione interattiva. Ed è molto efficace, alla pari, se non superiore, per esempio, di twitter, che trovo un giocattolo per analfabeti funzionali con le sue limitazioni. Facebook permette di veicolare foto e testi in maniera molto più efficace, di qualunque lunghezza.
Inoltre è un CONCENTRATORE di informazioni: se il vostro blog viene riportato in una discussione su Facebook e l’argomento è interessante/controverso, avete buona probabilità che diventi virale, visto che chi partecipa alla medesima magari lo condivida con i suoi amici e questi, a loro volta, lo condividano ad altri ancora.

Il mio sospetto è che quindi i governi agiscano dando indicazioni a chi amministra Facebook per esercitare quella CENSURA che se fatta direttamente da loro li esporrebbe come pericoli della democrazia e mostri aspiranti alla dittatura del pensiero unico.
Cosa che Facebook, come soggetto privato, non rischia, nemmeno di striscio.
Perchè, come spiegato nella mia nota (v. sopra) un soggetto privato NON HA ALCUN OBBLIGO DI ASSICURARE LA LIBERTÀ DI PAROLA. Cosa che invece uno Stato di Diritto ha.
A meno che non cessi, ovviamente, di essere uno stato di diritto.

Il parallelismo è interessante: Facebook è un censore mercenario, come le PMC sono dei combattenti mercenari.

Sarebbe da accertare, quindi, in che modo i governi possano fare pressione su Facebook. Ad esempio se la piattaforma di Mark Zuckenberg usufruisca di sovvenzioni governative per tenere aperti i suoi NOC in Irlanda e Germania o quelli in Pakistan, oltre che quelli (se li ha ancora...) negli Stati Uniti. Se le sue server farm (avete idea di quanto debbano essere GROSSE per gestire quasi un MILIARDO di account? Che razza di base di dati esiste per farvi tenere tutte le foto del vostro gattino visibili su Internet?) siano sovvenzionate dalle tasse dei contribuenti, in qualche modo.
Poi ci sono i sistemi di routing, lo sfruttamento della banda passante. Miliardi di byte al secondo. Non è uno scherzo.
Su internet sono spariti gli schemi (non so quanto attendibili) delle varie connessioni di Facebook ad altri enti governativi, come la CIA e l’NSA. Tali collegamenti non erano fatti attraverso partecipazioni dirette delle due agenzie, secondo talune fonti (che non so quanto siano attendibili) ma tramite la presenza come PRIVATI IMPRENDITORI di personaggi che avevano fatto parte di quelle due entità.
Questo perchè ho anche il sospetto, fondato fino ad un certo punto onestamente, che Facebook faccia profiling. Cioè che al di là di quella profilazione con scopi commerciali, per proporre i prodotti giusti nei suoi banner (a me fa ridere la cosa perchè mentre FB mi blocca l’account da una parte, poi però mi propone di mettere a pagamento alcune pagine che gestisco... non è molto coerente!) ne faccia anche una personale utile per sapere, ad esempio, come voterò su un referendum o in tema di elezioni politiche. E dare ad un soggetto terzo, sempre ad esempio, la possibilità o di influenzarmi o di cercare di tapparmi la bocca, semplicemente facendomi sparire da Internet il tempo necessario affinchè quello che posto non possa convincere altri a seguire le mie idee (per quello che valgono).
Tutti sospetti legittimi, ma purtroppo, nella nebulosità dell’informazione che circonda Facebook e come semplice cittadino che fa opera di OSINT, difficilmente confermabili con dei riscontri.

Una cosa, però, la possiamo fare:
  • si stanno avvicinando, per noi Italiani, degli appuntamenti politici importanti. Prendete nota di come venite censurati o ammoniti da FB a seconda di che parte sostenete.
  • fate caso a come vengono dirottati o cancellati i post che informano sulla questione di Gerusalemme capitale.
E poi traetene una prima conclusione. Che, vi avverto, è insufficiente a trarne una definitiva.

Quella, a mio modesto giudizio, la può trarre solo un giornalista di inchiesta od un magistrato che si impunti e voglia sapere realmente come stanno le cose.
Nel frattempo date una scorsa a questi due articoli e meditateci su:

https://www.globalresearch.ca/nsa-and-facebook-work-t.. (fonte Globalresearch)

http://edition.cnn.com/2013/09/30/us/nsa-social-netwo.. (Fonte CNN)

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